Civitanova Marche

GEMELLAGGIO AVIS ESINE E AVIS CIVITANOVA MARCHE

ARTICOLO TRATTO DAL SITO AVIS CIVITANOVA MARCHE

Di Enzo Ranieri

Nel lontano 1971, verso la fine di luglio, il Presidente dell’Avis civitanovese Gino Ramovecchi, peregrinando tra le montagne bresciane, arriva tra la Val Camonica e la Val Trompia, a Campo Laro, località nei pressi di Passo Croce Domini. Come solitamente avviene, alla sera si ritrova attorno ad una tavola ben imbandita, con gente conosciuta e no, proveniente dal monte e dal mare.
Tra i discorsi che si fanno dinanzi a tanto ben di Dio, casualmente si finisce per parlare di un argomento di alto valore: il dono del sangue. Fra i presenti, guarda caso! oltre a Ramovecchi, c’era un avisino di Esine, Flaminio Puritani, donatore attivo. I due si guardano negli occhi…
“Bastò sentire donatore di sangue per farci sentire vecchi amici”, scriverà più tardi il nostro buon Gino all’amico Flaminio.
E’ a questo punto che i due di dichiarano. ‘Sono Gino Ramovecchi, Presidente dell’Avis di Civitanova Marche’. E l’altro: ‘ Sono Antonio Puritani, Vice Presidente del gruppo comunale Avis di Esine’.
Nasce così, in modo spontaneo, un’ amicizia destinata a cementarsi nei sentimenti di tutti i nostri donatori!
Poche parole tra i due. Scambio di notizie delle rispettive sezioni: il numero di iscritti, le donazioni effettuate e altro.
A questo punto Ramovecchi lancia a Puritani la proposta di eternare l’incontro con un gemellaggio fra le due sezioni perchè possa essere ricordato dai posteri.
Puritani ci pensa un attimo. Gli occhi brillano di gioia, si entusiasma e si convince. Con l’ardore di un bambino, assicura il nostro presidente che avrebbe riferito dell’incontro e della proposta al consiglio direttivo ed in particolare al presidente Flaminio Puritani, suo zio. Brindano con un grappino. Progettano programmi di comune interesse. E alla fine suggellano con un abbraccio caloroso l’accordo.
Trascorrono pochi giorni. Seguono fitti contatti telefonici tra i due Presidenti. Messi al corrente i due consigli direttivi, il consenso è unanime ed in breve avviene l’ atteso parto. Alea iacta est, avrebbe detto Giulio Cesare.
L’atto ufficiale viene redatto tra i monti, nel rifugio di Passo Croce Domini. E’ grande la partecipazione di donatori delle due città, tra musiche, canti e libagioni.

Sono trascorsi circa 40 anni da quel lontano 1971. Il gemellaggio non solo tiene ma è esempio per chi vive di associazionismo.
Per chi pensava il contrario, e purtroppo c’era, un’esemplare lezione del vivere.